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Secondo la leggenda Sutri venne fondata da Saturno. Ospita un anfiteatro scavato nella roccia riportato alla luce nel 1936. il Mitreo, un lungo ipogeo, in origine tomba etrusca, adibito a tempio del Dio Mitra poi convertito, tra il XIII e il XVI secolo d.C., nella Chiesa della Madonna del Parto: al suo interno, tra le navate, si possono ammirare gli affreschi con Madonne e Santi. A poca distanza la Necropoli etrusca, uno degli esempi più consistente di tombe.
Secondo una leggenda popolare Bassano fu fondato da una coppia di giovani etruschi, Velka e Tarkana che, dopo la loro unione, da Sutri decisero di stabilirsi a Bassano.Presso il monastero di san Vincenzo potete ammirare un’opera di Michelangelo il Cristo Portacroce.
Oriolo Romano deve la sua nascita al sogno di un piccolo nobile rinascimentale, Giorgio III Santacroce, di costruire una città ideale non solo secondo i canoni architettonici, molto in voga nel Rinascimento, ma che fosse anche una città armonica e felice, così che camminando possiamo immergerci nella filosofia del “buon e sereno vivere”. Cuore del Borgo è il Palazzo Altieri.
Una delle origini del nome Manziana, deriva dal dio etrusco Manth, in latino Mantus, dio degli Inferi, in quanto le acque sulfuree della zona erano considerate dagli Etruschi un’emanazione del misterioso mondo sotterraneo. Dal centro storico potrete godere di una vista stupenda sul lago di Bracciano.
È verosimile che Pupa sia la cristianizzazione di una qualche divinità pagana che aveva il compito di proteggere i bambini. Una galleria sotterranea inizialmente molto ampia, detta l’Occhialone, attraversa una collina non molto lontana dagli esigui resti della città medievale di S. Pupa. All’interno su entrambi le pareti laterali sono scavati una serie di 84 cubicoli regolari, interrotti da una frana della collina soprastante.
Gli spruzzi di quest’ acqua carica di ossido di ferro tingono di giallo e di rosso le pareti, facendo un vivo contrasto con il verde della vegetazione. Dalle cascate di Diosilla, alte oltre 20 metri, si forma il torrente Bicione. Da qui attraverso un bosco da favola, tra fiabe, leggende arriverete alle rovine dell’antica citta’ di Monterano.
Borgo fantasma, dai suggestivi scorci che furono sfruttati quale set cinematografico in noti film, da Ben Hur a Il Marchese del Grillo. Un agglomerato di rovine immerse nella natura che narrano la storia di un luogo in cui i racconti si perdono nel tempo. Una bellezza decadente che custodisce ancora capolavori d’arte di inestimabile valore.
In epoca etrusca Monterano è stato un importante caposaldo della lucumonia di Caere (l’odierna Cerveteri). potrete ammirare di fronte alla sede del municipio una fontana ad opera del Bernini che realizzò anche il simbolo del borgo, un magnifico leone all’interno del Municipio.
Uno dei borghi piu’ piccoli del Lazio, arroccato su uno sperone di roccia, dominato dal Castello dove il tempo resta sospeso. E’ un antico borgo fondato nel periodo etrusco, e prende il nome dalla famiglia di Federico Cesi, il fondatore dell’Accademia dei Lincei.
La vasta zona archeologica, a 3 km dal paese, custodisce testimonianze del passaggio di varie civiltà. Intorno sono stati rinvenuti una necropoli etrusca, notevolmente estesa, risalente al VII-V sec. a.C. e un villaggio tardo appenninico. Mentre l’abitato etrusco è visibile liberamente, per visitare la zona recintata è necessaria l’autorizzazione della sovrintendenza.
L’ingresso al borgo e’ possibile attraverso Porta Romana, che con il suo caratteristico orologio apre un varco attraverso la triplice cinta muraria. Qui tra torri a pianta quadrata e altre a struttura cilindrica, si entra nell’antico borgo caratterizzato da vicoli e piazzette, portici e case in tufo.
Il piccolo borgo d’impostazione medioevale, arroccato con le sue casette e le sue stradine ripide e silenziose, intorno alla Chiesa della Maddalena, e’ dominato dall’elegante ed originale “Cupolino”, della chiesa stessa. Gli studiosi attribuiscono la cupola alla scuola del Bramante. Altro gioiello architettonico di Capranica e’ palazzo Capranica, oggi Barberini.